Leggete e riflettete
Fonte www.lastampa.it
Sul web, con il web, grazie al web: sono diventati così milionari un pool di giovanissimi che hanno costruito un impero per aver avuto un moto geniale della mente da sfruttare su internet. Nemmeno trentenni, la loro origine è dominantemente anglosassone, statunitensi in testa, in comune questi «cercatori d’oro» del XXI Secolo hanno avuto la voglia di osare, di mettere in pratica sulla madre di tutte le reti un’idea vincente ed un sito internet. Sono le giovani «star» del web 2.0 di cui «Jack» ha stilato una golden list ricca di 14 uomini d’oro del web. Con una grande delusione però: tra loro non c’è neanche un italiano e gli europei sono appena tre.
I nomi che spiccano sono quelli del re dei filmati Chad Hurley mente di YouTube.com, di Seth Stenberg che ha creato Meebo.com ed al loro fianco l’inventore di Napster Shawn Fanning. Ma a fare soldi, e tanti, con il web non sono stati solo questi «miti» di internet, nella gold list del periodico tra i più attenti osservatori di hi-tech, web ed elettronica del futuro, c’è infatti gente come Jason Reuben e Matt Lauzon, i due ventenni che hanno pensato bene di aprire la prima gioielleria al mondo online che li ha portati dritti al successo.
Accanto a loro anche Kevin Rose che ha inventato il primo social network Digg.com dove i navigatori danno il voto a tutto quello che gli capita a tiro: filmati, notizie, videogiochi eccetera. Unica tristezza, nell’elenco non c’è nemmeno un nostro connazionale. «No, non abbiamo trovato nemmeno un italiano che sia diventato milionario con il web, ne siamo certi al 90 per cento e dopo diverse ricerche durate diverso tempo», spiega il vicedirettore dl periodico Federico Bona. I Fratelli d’Italia meno in sintonia con la rete? «Ce lo siamo chiesti e una risposta l’abbiamo anche trovata. Anzi tre», taglia corto Bona.
Secondo Bona il primo motivo per un mancato approdo di italiani nell’imprenditoria del web è «la scarsa capacità che c’è nel nostro paese di finanziare progetti in genere e on line in particolare, mentre negli Usa si fa innovazione con una logica diversa. Come dire: da noi tutto è un «prestito», da loro tutto è un "finanziamento". Particolare non irrilevante».
L’altro motivo secondo il responsabile del periodico è che in Italia «non abbiamo ancora gente con grande capacità tecnica tale da programmare un computer e gestirne la tecnologia in maniera così spinta da equiparare, in giovanissima età tra l’altro, i ragazzi che hanno inventato You-Tube, i filmati on line e l’impero che ne è derivato». «Penso -aggiunge Bona- che nel nostro Paese non manchino certo le professionalità, forse mancano a questo livello, o manca lo slancio che serve per arrivare a questo livello».
Terzo ma non per questo ultimo motivo per Bona è la conoscenza della lingua inglese. «Quando scrivi su internet in inglese la platea a cui ti rivolgi -sottolinea- esce da confini del nostro ’piccolò territorio e si allarga al mondo. Diventa internazionale. E questo fa l’altra grossa differenza». «Quello di cui sono certo -aggiunge ancora- è che tante storie di successo nascondono migliaia di storie di insuccessi, ma da noi non si prova nemmeno. Manca la fede a monte, forse perchè il nostro è un Paese che non premia la creatività». Ma la fede altri invece l’hanno avuta, ecco cosa hanno fatto.
Nell’elenco dei milionari del web c’è anche la Silicon Valley dove ci trovi gli angeli, ma solo quelli «investitori». Così sono definiti coloro che convincono le aziende a investire sulle nuove start-up (le imprese rampanti) del Web. Uno dei più famosi è Reid Hoffman, 40 anni, a sua volta fondatore di Linkedin.com, social network dedicato al mondo del lavoro con il quale aiuta gli altri a diventare ricchi. Già vicepresidente di PayPal (il sito per i pagamenti rapidi su eBay), ad oggi non ne ha sbagliata una. Prima che diventassero famosi aveva già scommesso su Facebook, Flickr, Digg e Technorati. A Hoffman è sfuggito solo YouTube: e non se lo perdona.
Quindi è la volte del 27etenne che si stanca ma ciò non significa che non abbia visione. È Sean Parker che dopo una chat con Shawn Fanning entra in Napster e ci resta un anno. Nel 2001 dà vita a Plaxo.com, indirizzario on line con 15 milioni di utenti. Dopo tre anni lascia, si prende un pò di vacanza e poi scopre Facebook, dove porta un bel pò di investitori. Non resiste più di 12 mesi neanche qui. E oggi? Siede nel consiglio di amministrazione di diverse start-up e sui milioni di Founders Fund, un fondo di investimento messo su insieme a uno dei pezzi grossi di PayPal. Non resiste in un’azienda per più di 3 anni, ma dove passa è boom.
La lista continua con Blake Ross tra i fondatori di Firefox, il browser rivale di Explorer, con Rob Pazornik che ha messo in piedi un sistema di spedizioni veloci che rivoluzionerà l’e-commerce, va avanti con Mark Zuckerberg, lo studente che espulso da Harvard si è preso la rivincita con la prestigiosa Università inventando Facebook.com, un sito che mette in contatto gli studenti fra loro ed che è già un punto di riferimento internazionale. E ancora. Brad Galiette che ha fondato Polaristar.com, una società specializzata in marketing on line e oggi, a 21 anni, è tra i migliori giovani imprenditori d’America secondo la rivista Business Week.
Usa, Usa e ancora Usa: i milionari del web europei infatti sono appena tre. In testa c’è Ben Woldring, olandese, 21 anni, il suo sito Bencom.nl consente ai navigatori di confrontare on line le tariffe telefoniche per trovare la più conveniente per le proprie necessità. Il servizio è gratuito. Cosa ne viene a Ben? Semplice, le compagnie fanno a gara a infarcire il suo sito di banner pubblicitari. Inoltre, una volta scelto un piano tariffario, lo si può sottoscrivere on line: e lui si becca una percentuale. Ora Bencom vuole espandersi in tutta Europa.
Sul web, con il web, grazie al web: sono diventati così milionari un pool di giovanissimi che hanno costruito un impero per aver avuto un moto geniale della mente da sfruttare su internet. Nemmeno trentenni, la loro origine è dominantemente anglosassone, statunitensi in testa, in comune questi «cercatori d’oro» del XXI Secolo hanno avuto la voglia di osare, di mettere in pratica sulla madre di tutte le reti un’idea vincente ed un sito internet. Sono le giovani «star» del web 2.0 di cui «Jack» ha stilato una golden list ricca di 14 uomini d’oro del web. Con una grande delusione però: tra loro non c’è neanche un italiano e gli europei sono appena tre.
I nomi che spiccano sono quelli del re dei filmati Chad Hurley mente di YouTube.com, di Seth Stenberg che ha creato Meebo.com ed al loro fianco l’inventore di Napster Shawn Fanning. Ma a fare soldi, e tanti, con il web non sono stati solo questi «miti» di internet, nella gold list del periodico tra i più attenti osservatori di hi-tech, web ed elettronica del futuro, c’è infatti gente come Jason Reuben e Matt Lauzon, i due ventenni che hanno pensato bene di aprire la prima gioielleria al mondo online che li ha portati dritti al successo.
Accanto a loro anche Kevin Rose che ha inventato il primo social network Digg.com dove i navigatori danno il voto a tutto quello che gli capita a tiro: filmati, notizie, videogiochi eccetera. Unica tristezza, nell’elenco non c’è nemmeno un nostro connazionale. «No, non abbiamo trovato nemmeno un italiano che sia diventato milionario con il web, ne siamo certi al 90 per cento e dopo diverse ricerche durate diverso tempo», spiega il vicedirettore dl periodico Federico Bona. I Fratelli d’Italia meno in sintonia con la rete? «Ce lo siamo chiesti e una risposta l’abbiamo anche trovata. Anzi tre», taglia corto Bona.
Secondo Bona il primo motivo per un mancato approdo di italiani nell’imprenditoria del web è «la scarsa capacità che c’è nel nostro paese di finanziare progetti in genere e on line in particolare, mentre negli Usa si fa innovazione con una logica diversa. Come dire: da noi tutto è un «prestito», da loro tutto è un "finanziamento". Particolare non irrilevante».
L’altro motivo secondo il responsabile del periodico è che in Italia «non abbiamo ancora gente con grande capacità tecnica tale da programmare un computer e gestirne la tecnologia in maniera così spinta da equiparare, in giovanissima età tra l’altro, i ragazzi che hanno inventato You-Tube, i filmati on line e l’impero che ne è derivato». «Penso -aggiunge Bona- che nel nostro Paese non manchino certo le professionalità, forse mancano a questo livello, o manca lo slancio che serve per arrivare a questo livello».
Terzo ma non per questo ultimo motivo per Bona è la conoscenza della lingua inglese. «Quando scrivi su internet in inglese la platea a cui ti rivolgi -sottolinea- esce da confini del nostro ’piccolò territorio e si allarga al mondo. Diventa internazionale. E questo fa l’altra grossa differenza». «Quello di cui sono certo -aggiunge ancora- è che tante storie di successo nascondono migliaia di storie di insuccessi, ma da noi non si prova nemmeno. Manca la fede a monte, forse perchè il nostro è un Paese che non premia la creatività». Ma la fede altri invece l’hanno avuta, ecco cosa hanno fatto.
Nell’elenco dei milionari del web c’è anche la Silicon Valley dove ci trovi gli angeli, ma solo quelli «investitori». Così sono definiti coloro che convincono le aziende a investire sulle nuove start-up (le imprese rampanti) del Web. Uno dei più famosi è Reid Hoffman, 40 anni, a sua volta fondatore di Linkedin.com, social network dedicato al mondo del lavoro con il quale aiuta gli altri a diventare ricchi. Già vicepresidente di PayPal (il sito per i pagamenti rapidi su eBay), ad oggi non ne ha sbagliata una. Prima che diventassero famosi aveva già scommesso su Facebook, Flickr, Digg e Technorati. A Hoffman è sfuggito solo YouTube: e non se lo perdona.
Quindi è la volte del 27etenne che si stanca ma ciò non significa che non abbia visione. È Sean Parker che dopo una chat con Shawn Fanning entra in Napster e ci resta un anno. Nel 2001 dà vita a Plaxo.com, indirizzario on line con 15 milioni di utenti. Dopo tre anni lascia, si prende un pò di vacanza e poi scopre Facebook, dove porta un bel pò di investitori. Non resiste più di 12 mesi neanche qui. E oggi? Siede nel consiglio di amministrazione di diverse start-up e sui milioni di Founders Fund, un fondo di investimento messo su insieme a uno dei pezzi grossi di PayPal. Non resiste in un’azienda per più di 3 anni, ma dove passa è boom.
La lista continua con Blake Ross tra i fondatori di Firefox, il browser rivale di Explorer, con Rob Pazornik che ha messo in piedi un sistema di spedizioni veloci che rivoluzionerà l’e-commerce, va avanti con Mark Zuckerberg, lo studente che espulso da Harvard si è preso la rivincita con la prestigiosa Università inventando Facebook.com, un sito che mette in contatto gli studenti fra loro ed che è già un punto di riferimento internazionale. E ancora. Brad Galiette che ha fondato Polaristar.com, una società specializzata in marketing on line e oggi, a 21 anni, è tra i migliori giovani imprenditori d’America secondo la rivista Business Week.
Usa, Usa e ancora Usa: i milionari del web europei infatti sono appena tre. In testa c’è Ben Woldring, olandese, 21 anni, il suo sito Bencom.nl consente ai navigatori di confrontare on line le tariffe telefoniche per trovare la più conveniente per le proprie necessità. Il servizio è gratuito. Cosa ne viene a Ben? Semplice, le compagnie fanno a gara a infarcire il suo sito di banner pubblicitari. Inoltre, una volta scelto un piano tariffario, lo si può sottoscrivere on line: e lui si becca una percentuale. Ora Bencom vuole espandersi in tutta Europa.