Juventus - Inter
Internet è ormai senza dubbio il più veloce, democratico ed eciclopedico dei media.
Con l'avvento di Youtube (ma anche Google Video, MySpace ecc...) possiamo usufruire di contenuti la cui visione (ma non solo!) era a completo pannaggio dei media tradizionali e se ne poteva godere solo quando questi li mettevando in onda.
Il processo di trasformazione che è si è venuto a creare in questo periodo è proprio da in onda a on-line.
Tutti possiamo essere registi, creare palinsesti e condividere i nostri file multimediali. Tutti siamo TV o radio (non entro in merito riguardo a diritti ecc...).
Ieri si è giocata la partita Juventus-Inter. Non ho visto i gol. Vado su Youtube e cerco se qualche buon'anima ha caricato il filmato. Ovviamente sì.
E' iniziata la rivoluzione. O i media tradizionali si adegueranno o saranno costretti a sparire
Con l'avvento di Youtube (ma anche Google Video, MySpace ecc...) possiamo usufruire di contenuti la cui visione (ma non solo!) era a completo pannaggio dei media tradizionali e se ne poteva godere solo quando questi li mettevando in onda.
Il processo di trasformazione che è si è venuto a creare in questo periodo è proprio da in onda a on-line.
Tutti possiamo essere registi, creare palinsesti e condividere i nostri file multimediali. Tutti siamo TV o radio (non entro in merito riguardo a diritti ecc...).
Ieri si è giocata la partita Juventus-Inter. Non ho visto i gol. Vado su Youtube e cerco se qualche buon'anima ha caricato il filmato. Ovviamente sì.
E' iniziata la rivoluzione. O i media tradizionali si adegueranno o saranno costretti a sparire
Il Messaggero
Ah ah ah!
Web 2.0
Ecco un'interessante classifica sul web 2.0.
Cos'è il web 2.0???
Ve lo dico subito
Web 2.0 si riferisce alle tecnologie che permettono ai dati di diventare indipendenti dalla persona che li produce o dal sito in cui vengono creati. L'informazione può essere suddivisa in unità che viaggiano liberamente da un sito all'altro, spesso in modi che il produttore non aveva previsto o inteso.
Questo paradigma del Web 2.0 permette agli utenti di prendere informazioni da diversi siti simultaneamente e di distribuirle sui propri siti per nuovi scopi.
Non si tratta di derubare gli altri del loro lavoro per il proprio profitto. Anzi, il Web 2.0 è un prodotto open-source, che permette di condividere le informazioni sulle quali è stato creato Internet e rende i dati più diffusi. Questo permette nuove opportunità di lavoro e di informazioni che possono essere costruite sopra le informazioni precedenti.
Web 2.0 lascia ai dati una loro identità propria, che può essere cambiata, modificata o remixata da chiunque per uno scopo preciso. Una volta che i dati hanno un'identità, la rete si sposta da un insieme di siti web ad una vera rete di siti in grado di interagire ed elaborare le informazioni collettivamente.
(articolo copiato dal sito www.masternewmedia.org)
Cos'è il web 2.0???
Ve lo dico subito
Web 2.0 si riferisce alle tecnologie che permettono ai dati di diventare indipendenti dalla persona che li produce o dal sito in cui vengono creati. L'informazione può essere suddivisa in unità che viaggiano liberamente da un sito all'altro, spesso in modi che il produttore non aveva previsto o inteso.
Questo paradigma del Web 2.0 permette agli utenti di prendere informazioni da diversi siti simultaneamente e di distribuirle sui propri siti per nuovi scopi.
Non si tratta di derubare gli altri del loro lavoro per il proprio profitto. Anzi, il Web 2.0 è un prodotto open-source, che permette di condividere le informazioni sulle quali è stato creato Internet e rende i dati più diffusi. Questo permette nuove opportunità di lavoro e di informazioni che possono essere costruite sopra le informazioni precedenti.
Web 2.0 lascia ai dati una loro identità propria, che può essere cambiata, modificata o remixata da chiunque per uno scopo preciso. Una volta che i dati hanno un'identità, la rete si sposta da un insieme di siti web ad una vera rete di siti in grado di interagire ed elaborare le informazioni collettivamente.
(articolo copiato dal sito www.masternewmedia.org)
Il 50% dei video su Google
Il 50.3% dei video visti sul web passano attraverso Google. Trattasi di una leadership che il gruppo di Mountain View ha comprato a peso d'oro e sulla quale non tutti concordano la redditività reale ottenibile. Google, in ogni caso, ha saputo far proprio il nome che più di ogni altri domina il settore ed oggi si gode una posizione di vantaggio inattaccabile.
L'abbinata rappresentata da Google Video e YouTube ha saputo calamitare qualcosa come 49.6 milioni di utenti per un totale di 211 milioni di video nel solo mese di settembre. Trattasi, però, di una cifra in calo del 5.8% rispetto al mese di giugno. Scende, sia pur solo del 2%, anche Yahoo Video, forte di 23,3 milioni di utenti per 46 milioni di visite (dunque la metà dell'utenza ma una fetta di pagine visitate pari appena ad un ottavo rispetto al totale del diretto concorrente). Il nome più penalizzato nel trimestre sembra essere quello di MySpace: 16 milioni di unteti, 40 milioni di video, un calo che supera addirittura il 18%.
Il nome che più di ogni altro è cresciuto nei mesi del rilevamento (i numeri sono forniti da Compete) è Blinkx.com: appena 1.3 milioni di visitatori ma percentuale di crescita del 188% con particolare successo ottenuto sui canali news, intrattenimento e business. 1.2 milioni sono gli utenti calamitati dal video player di Facebook: il social network non è ancora un attore di peso nel settore, ma il recente accordo con Microsoft ed i nuovi sviluppi che la cosa dovrebbe comportare per il futuro potrebbero presto permettere al gruppo di migliorare notevolmente la 17esima piazza conquistata ad oggi.
Il leader della classifica, peraltro, sta sperimentando alcune nuove soluzioni grafiche per la homepage del proprio sito. Un post sul blog ufficiale annuncia le modifiche apportate, propone una preview esemplificativa e chiede agli utenti un feedback su quelle che sono le novità promesse. Compete, inoltre, facendo leva su un ulteriore dato statistico, sottolinea il fatto che proprio YouTube risulta essere il sito sul quale l'utenza passa sempre più tempo: +154.4% nell'ultimo anno. +106.2% il risultato ottenuto da Facebook, -29.9% il risultato di MySpace. Considerando i dati di crescita, suggerisce il post sul blog Compete, « il rivale di Facebook tra due anni non sarà MySpace, ma YouTube».
fonte www.html.it
L'abbinata rappresentata da Google Video e YouTube ha saputo calamitare qualcosa come 49.6 milioni di utenti per un totale di 211 milioni di video nel solo mese di settembre. Trattasi, però, di una cifra in calo del 5.8% rispetto al mese di giugno. Scende, sia pur solo del 2%, anche Yahoo Video, forte di 23,3 milioni di utenti per 46 milioni di visite (dunque la metà dell'utenza ma una fetta di pagine visitate pari appena ad un ottavo rispetto al totale del diretto concorrente). Il nome più penalizzato nel trimestre sembra essere quello di MySpace: 16 milioni di unteti, 40 milioni di video, un calo che supera addirittura il 18%.
Il nome che più di ogni altro è cresciuto nei mesi del rilevamento (i numeri sono forniti da Compete) è Blinkx.com: appena 1.3 milioni di visitatori ma percentuale di crescita del 188% con particolare successo ottenuto sui canali news, intrattenimento e business. 1.2 milioni sono gli utenti calamitati dal video player di Facebook: il social network non è ancora un attore di peso nel settore, ma il recente accordo con Microsoft ed i nuovi sviluppi che la cosa dovrebbe comportare per il futuro potrebbero presto permettere al gruppo di migliorare notevolmente la 17esima piazza conquistata ad oggi.
Il leader della classifica, peraltro, sta sperimentando alcune nuove soluzioni grafiche per la homepage del proprio sito. Un post sul blog ufficiale annuncia le modifiche apportate, propone una preview esemplificativa e chiede agli utenti un feedback su quelle che sono le novità promesse. Compete, inoltre, facendo leva su un ulteriore dato statistico, sottolinea il fatto che proprio YouTube risulta essere il sito sul quale l'utenza passa sempre più tempo: +154.4% nell'ultimo anno. +106.2% il risultato ottenuto da Facebook, -29.9% il risultato di MySpace. Considerando i dati di crescita, suggerisce il post sul blog Compete, « il rivale di Facebook tra due anni non sarà MySpace, ma YouTube».
fonte www.html.it
Il giorno del software libero
La manifestazione articolata in eventi locali organizzati dai Linux User Group
TORINO
Anche quest'anno è arrivato il Linux Day, l'ormai immancabile appuntamento autunnale con il software libero, che dal 2001, anno della sua prima edizione, ha coinvolto sempre più città italiane.
Quest'anno la manifestazione, promossa da ILS (Italian Linux Society) ed estesa all'intero territorio nazionale, è articolata in eventi locali organizzati dai vari Lug (Linux User Group).
La giornata ha lo scopo di promuovere e favorire un'ampia diffusione e conoscenza del sistema operativo Gnu/Linux e del software libero, rivolgendosi principalmente al grande pubblico, senza però trascurare interventi destinati agli utenti più esperti. L'accesso alla manifestazione è libero e gratuito. Sul sito ufficiale è possibile trovare tutte le informazioni relative alle linee guida generali e la mappa delle città dove si svolgerà il Linux Day.
TORINO
Anche quest'anno è arrivato il Linux Day, l'ormai immancabile appuntamento autunnale con il software libero, che dal 2001, anno della sua prima edizione, ha coinvolto sempre più città italiane.
Quest'anno la manifestazione, promossa da ILS (Italian Linux Society) ed estesa all'intero territorio nazionale, è articolata in eventi locali organizzati dai vari Lug (Linux User Group).
La giornata ha lo scopo di promuovere e favorire un'ampia diffusione e conoscenza del sistema operativo Gnu/Linux e del software libero, rivolgendosi principalmente al grande pubblico, senza però trascurare interventi destinati agli utenti più esperti. L'accesso alla manifestazione è libero e gratuito. Sul sito ufficiale è possibile trovare tutte le informazioni relative alle linee guida generali e la mappa delle città dove si svolgerà il Linux Day.
Tornano i Led Zeppelin: su internet
Tutto il catalogo della band in vendita online da novembre
Dal 13 novembre, anche la musica dei Led Zeppelin potrà essere acquistata e scaricata legalmente da Internet. L'intero catalogo della band, che dalla fine degli anni Sessanta a oggi ha venduto circa trecento milioni di dischi, sarà reso disponibile su tutti i principali negozi online. Si tratta di dodici album, compreso il nuovo greatest hits "Mothership".
La scelta del momento non è casuale. Pochi giorni dopo, i tre Led Zeppelin superstiti (Robert Plant, Jimmy Page, John Paul Jones) più Jason Bonham, figlio del batterista John scomparso nel 1980, suoneranno assieme a un concerto in memoria di Ahmet Ertegun, il boss della Atlantic Records morto lo scorso dicembre. La reunion, per assistere alla quale è andata in scena una vera e propria caccia al biglietto che ha visto anche scintille tra i promoter e il sito d'aste eBay, si terrà il 26 novembre alla O2 Arena di Londra. Dopo lo scioglimento della band successivo alla morte di Bonham, i Led Zeppelin avevano suonato assieme solo al Live Aid del 1985 (con Phil Collins alla batteria) e al concerto celebrativo dei 40 anni della Atlantic Records, nel 1988.
L'arrivo del catalogo della band su Internet è il frutto di una lunghissima trattativa tra gli artisti, l'etichetta Warner Music e le società di edizioni e gli altri attori coinvolti nella gestione delle ricche royalties sulle canzoni. Visto che i brani saranno distribuiti dalla Warner, una major che non ha ancora abbracciato l'MP3, è molto probabile che saranno disponibili solo in formati protetti da DRM: l'AAC su iTunes e il WMA negli altri negozi.
Naturalmente, anche nel caso dei Led Zeppelin gli utenti di Internet non hanno atteso che la band desse il via libera all'offerta legale delle canzoni per iniziare a condividere e ascoltare la loro musica online. Nel momento in cui scriviamo, l'intera discografia del gruppo è disponibile in migliaia di copie sui network P2P, mentre la band è al diciottesimo posto nella classifica degli artisti più ascoltati la scorsa settimana dalla comunità di Last.fm. Al secondo posto ci sono i Beatles, gli ultimi grandi desaparecidos della musica legale su Internet.
da www.lastampa.it
Dal 13 novembre, anche la musica dei Led Zeppelin potrà essere acquistata e scaricata legalmente da Internet. L'intero catalogo della band, che dalla fine degli anni Sessanta a oggi ha venduto circa trecento milioni di dischi, sarà reso disponibile su tutti i principali negozi online. Si tratta di dodici album, compreso il nuovo greatest hits "Mothership".
La scelta del momento non è casuale. Pochi giorni dopo, i tre Led Zeppelin superstiti (Robert Plant, Jimmy Page, John Paul Jones) più Jason Bonham, figlio del batterista John scomparso nel 1980, suoneranno assieme a un concerto in memoria di Ahmet Ertegun, il boss della Atlantic Records morto lo scorso dicembre. La reunion, per assistere alla quale è andata in scena una vera e propria caccia al biglietto che ha visto anche scintille tra i promoter e il sito d'aste eBay, si terrà il 26 novembre alla O2 Arena di Londra. Dopo lo scioglimento della band successivo alla morte di Bonham, i Led Zeppelin avevano suonato assieme solo al Live Aid del 1985 (con Phil Collins alla batteria) e al concerto celebrativo dei 40 anni della Atlantic Records, nel 1988.
L'arrivo del catalogo della band su Internet è il frutto di una lunghissima trattativa tra gli artisti, l'etichetta Warner Music e le società di edizioni e gli altri attori coinvolti nella gestione delle ricche royalties sulle canzoni. Visto che i brani saranno distribuiti dalla Warner, una major che non ha ancora abbracciato l'MP3, è molto probabile che saranno disponibili solo in formati protetti da DRM: l'AAC su iTunes e il WMA negli altri negozi.
Naturalmente, anche nel caso dei Led Zeppelin gli utenti di Internet non hanno atteso che la band desse il via libera all'offerta legale delle canzoni per iniziare a condividere e ascoltare la loro musica online. Nel momento in cui scriviamo, l'intera discografia del gruppo è disponibile in migliaia di copie sui network P2P, mentre la band è al diciottesimo posto nella classifica degli artisti più ascoltati la scorsa settimana dalla comunità di Last.fm. Al secondo posto ci sono i Beatles, gli ultimi grandi desaparecidos della musica legale su Internet.
da www.lastampa.it
Wikipedia sarà più controllata
Per garantire più affidabilità
A.M.
Wikipedia, la popolare enciclopedia online redatta con contributi spontanei da volontari di tutto il mondo, sarà sottoposta a un sistema di controlli più rigidi, per ridurre imprecisioni, errori o addirittura contenuti volutamente falsi se non diffamatori.
Lo ha deciso l’organizzazione non-profit che la gestisce, allarmata da un crescente problema di credibilità.
La rivoluzione - preannunciata dalla rivista britannica New Scientist nel numero da oggi in edicola - non è da poco: i comuni utenti perderanno la possibilità di aggiungere e modificare in tempo reale l’informazione presente in rete.
Il che significa alterare l’essenza stessa di un’iniziativa che ha contato invece, fin dall’inizio, sul libero e anarchico contributo di lettori e appassionati.
Tra le oltre 250 lingue in cui l’enciclopedia è correntemente pubblicata (persino in napoletano!), soltanto la versione tedesca è, tuttavia, pronta a introdurre le nuove regole nell’arco di uno, massimo due mesi. Tutte le altre, invece, preferiscono aspettare.
Come cambierà, dunque, Wikipedia? L’idea è quella di restringere a un gruppo di redattori fidati la possibilità di aggiungere e modificare le voci dell’enciclopedia. Per guadagnarsi questo titolo, sarà necessario inserire almeno 30 modifiche ritenute «affidabili» nel giro di 30 giorni.
Tutti gli altri utenti potranno continuare a dare il loro contributo, ma le loro entrate dovranno essere filtrate dagli editori per assicurare che siano corrette e soprattutto non faziose.
Gli stessi fondatori di Wikipedia hanno constatato, infatti, che spesso singoli individui e compagnie inseriscono nelle loro voci contenuti promozionali oppure eliminano informazioni a loro sfavorevoli, alterando così la realtà dei fatti.
Il rovescio della medaglia - temono tuttavia gli organizzatori - è che i «redattori fidati» saranno appena duemila: pochi se si considera la babelica dinamicità di un sito visitato ogni giorno da milioni di internauti desiderosi di aggiungere qualcosa all’informazione già esistente.
I tempi di pubblicazione delle nuove entrate diventeranno, dunque, piuttosto lunghi.
Oltre a questo sistema di controlli preventivi, le pagine di Wikipedia vistate dal nuovo gruppo di editori verranno inoltre marcate come «vandal-free», ovvero «libere da vandalismi».
Per le versioni dell’enciclopedia che non adotteranno le nuove regole, i gestori di Wikipedia hanno pensato a una soluzione alternativa: associare a ogni voce una valutazione di attendibilità in base a quante volte quella stessa voce viene modificata.
Secondo Luca de Alfaro, il ricercatore dell’Università della California che ha lanciato la proposta, più l’informazione è rimaneggiata, più è probabile che non sia corretta. Da qui un giudizio più cauto circa la sua affidabilità.
fonte: www.lastampa.it
A.M.
Wikipedia, la popolare enciclopedia online redatta con contributi spontanei da volontari di tutto il mondo, sarà sottoposta a un sistema di controlli più rigidi, per ridurre imprecisioni, errori o addirittura contenuti volutamente falsi se non diffamatori.
Lo ha deciso l’organizzazione non-profit che la gestisce, allarmata da un crescente problema di credibilità.
La rivoluzione - preannunciata dalla rivista britannica New Scientist nel numero da oggi in edicola - non è da poco: i comuni utenti perderanno la possibilità di aggiungere e modificare in tempo reale l’informazione presente in rete.
Il che significa alterare l’essenza stessa di un’iniziativa che ha contato invece, fin dall’inizio, sul libero e anarchico contributo di lettori e appassionati.
Tra le oltre 250 lingue in cui l’enciclopedia è correntemente pubblicata (persino in napoletano!), soltanto la versione tedesca è, tuttavia, pronta a introdurre le nuove regole nell’arco di uno, massimo due mesi. Tutte le altre, invece, preferiscono aspettare.
Come cambierà, dunque, Wikipedia? L’idea è quella di restringere a un gruppo di redattori fidati la possibilità di aggiungere e modificare le voci dell’enciclopedia. Per guadagnarsi questo titolo, sarà necessario inserire almeno 30 modifiche ritenute «affidabili» nel giro di 30 giorni.
Tutti gli altri utenti potranno continuare a dare il loro contributo, ma le loro entrate dovranno essere filtrate dagli editori per assicurare che siano corrette e soprattutto non faziose.
Gli stessi fondatori di Wikipedia hanno constatato, infatti, che spesso singoli individui e compagnie inseriscono nelle loro voci contenuti promozionali oppure eliminano informazioni a loro sfavorevoli, alterando così la realtà dei fatti.
Il rovescio della medaglia - temono tuttavia gli organizzatori - è che i «redattori fidati» saranno appena duemila: pochi se si considera la babelica dinamicità di un sito visitato ogni giorno da milioni di internauti desiderosi di aggiungere qualcosa all’informazione già esistente.
I tempi di pubblicazione delle nuove entrate diventeranno, dunque, piuttosto lunghi.
Oltre a questo sistema di controlli preventivi, le pagine di Wikipedia vistate dal nuovo gruppo di editori verranno inoltre marcate come «vandal-free», ovvero «libere da vandalismi».
Per le versioni dell’enciclopedia che non adotteranno le nuove regole, i gestori di Wikipedia hanno pensato a una soluzione alternativa: associare a ogni voce una valutazione di attendibilità in base a quante volte quella stessa voce viene modificata.
Secondo Luca de Alfaro, il ricercatore dell’Università della California che ha lanciato la proposta, più l’informazione è rimaneggiata, più è probabile che non sia corretta. Da qui un giudizio più cauto circa la sua affidabilità.
fonte: www.lastampa.it
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