Citazioni su Wikipedia
3 miei siti: www.sommarivabosco.it, www.amelamel.it e www.corosavigliano.com sono stati citati su Wikipedia.
Ovviamente non c'è niente di strano, ma fa cmq piacere!
Ovviamente non c'è niente di strano, ma fa cmq piacere!
Musica con le Creative Commons
Le Creative Commons sono delle Licenze
Wikipedia ci dice:
La Creative Commons (CC) è un'organizzazione non-profit dedicata all'espansione della portata delle opere di creatività disponibili per la condivisione e l'utilizzo da parte degli altri e per fornire anche la possibilità di poter costruire, com'è sempre avvenuto prima che si abusasse della legge sul copyright, sul lavoro degli altri nel pieno rispetto delle leggi esistenti.
Esistono dei siti internet come Jamendo.com che mette a disposizione dei brani mp3 con licenze Creative Common.
Ovvero:
# Devi riconoscere il merito all'artista
# Non usi questo album a scopi commerciali
# Non alteri, trasformi o usi questo album per crearne un altro
Io ho trovato questo gruppo: I Kiff'On e ho ascoltato il loro disco: Nés Funky.
Mi sono piaciuti e ve li faccio ascoltare
Wikipedia ci dice:
La Creative Commons (CC) è un'organizzazione non-profit dedicata all'espansione della portata delle opere di creatività disponibili per la condivisione e l'utilizzo da parte degli altri e per fornire anche la possibilità di poter costruire, com'è sempre avvenuto prima che si abusasse della legge sul copyright, sul lavoro degli altri nel pieno rispetto delle leggi esistenti.
Esistono dei siti internet come Jamendo.com che mette a disposizione dei brani mp3 con licenze Creative Common.
Ovvero:
# Devi riconoscere il merito all'artista
# Non usi questo album a scopi commerciali
# Non alteri, trasformi o usi questo album per crearne un altro
Io ho trovato questo gruppo: I Kiff'On e ho ascoltato il loro disco: Nés Funky.
Mi sono piaciuti e ve li faccio ascoltare
Obama e Internet
Ho trovato questo interessante Post sul sito www.lastampa.it. Parla di come Obama abbia usato Internet per farsi conoscere dai giovani e quindi vincere la sfida sulla Clinton.
Obama: Internet tra i segreti della vittoria su Hillary
Tra i segreti della vittoria di Barack Obama su Hillary Clinton nella corsa alla nomination presidenziale dei democratici c'è un uso innovativo di Internet. Lo ha raccontato lo stesso senatore al settimanale Time.
«Non avevamo previsto - racconta Obama sul numero in uscita domani, di cui sono state diffuse anticipazioni - quanto potevamo usare in modo efficace Internet per mobilitare le realtà di base, sia sul fronte organizzativo che su quello finanziario. È stata una delle più grandi sorprese della campagna, vedere con quale potenza il nostro messaggio andava a fondersi con la realtà del social networking e la potenza di Internet».
Obama ha spiegato che un altro fattore importante è stata la crescita dell’elettorato giovane. In Iowa per esempio, ha raccontato, «gli under 30 hanno partecipato ai caucus in percentuali analoghe agli over 65 e questo non era mai accaduto prima. Sono orgoglioso del modo con cui abbiamo saputo allargare la base elettorale, stato dopo stato». Il senatore ha aggiunto di aver fatto ricorso all’esperienza che ha fatto in passato come organizzatore di comunità, per coinvolgere più gente a partecipare al dibattito politico. Inoltre, partendo con l’immagine dello sfavorito rispetto a Hillary, Obama ritiene che siano stati più numerosi gli strateghi che hanno scelto di lavorare per lui «perchè credevano in questa campagna: non erano mercenari».
Ma è l'uso di quel collaborativo "we" ("yes, we can"), che è al cuore del nuovo modo di lavorare in squadra e vivere sociale aperto e in rete, che è alla base del successo del Web 2.0, che ha fatto centro.
Obama: Internet tra i segreti della vittoria su Hillary
Tra i segreti della vittoria di Barack Obama su Hillary Clinton nella corsa alla nomination presidenziale dei democratici c'è un uso innovativo di Internet. Lo ha raccontato lo stesso senatore al settimanale Time.
«Non avevamo previsto - racconta Obama sul numero in uscita domani, di cui sono state diffuse anticipazioni - quanto potevamo usare in modo efficace Internet per mobilitare le realtà di base, sia sul fronte organizzativo che su quello finanziario. È stata una delle più grandi sorprese della campagna, vedere con quale potenza il nostro messaggio andava a fondersi con la realtà del social networking e la potenza di Internet».
Obama ha spiegato che un altro fattore importante è stata la crescita dell’elettorato giovane. In Iowa per esempio, ha raccontato, «gli under 30 hanno partecipato ai caucus in percentuali analoghe agli over 65 e questo non era mai accaduto prima. Sono orgoglioso del modo con cui abbiamo saputo allargare la base elettorale, stato dopo stato». Il senatore ha aggiunto di aver fatto ricorso all’esperienza che ha fatto in passato come organizzatore di comunità, per coinvolgere più gente a partecipare al dibattito politico. Inoltre, partendo con l’immagine dello sfavorito rispetto a Hillary, Obama ritiene che siano stati più numerosi gli strateghi che hanno scelto di lavorare per lui «perchè credevano in questa campagna: non erano mercenari».
Ma è l'uso di quel collaborativo "we" ("yes, we can"), che è al cuore del nuovo modo di lavorare in squadra e vivere sociale aperto e in rete, che è alla base del successo del Web 2.0, che ha fatto centro.
Anna Masera
I lavori sul Ponte
Ok, ho usato un titolo ingannevole... eh eh!
Ovviamente non sto parlando del Ponte sullo Stretto di Messina, ma del ponte del 25 aprile (e probabilmente anche quello del 1° Maggio). Sarà infatti per me un ponte di lavoro perché sto portando a termine alcuni importanti lavori. In particolare sono concentrato su:
Poi probabilmente arriveranno modifiche per l'imminente fiera di Sommariva del Bosco Amelamel (www.amelamel.it)
Ovviamente non sto parlando del Ponte sullo Stretto di Messina, ma del ponte del 25 aprile (e probabilmente anche quello del 1° Maggio). Sarà infatti per me un ponte di lavoro perché sto portando a termine alcuni importanti lavori. In particolare sono concentrato su:
- Il Portale Turistico del Comune di Saluzzo
- Solostudenti.it
- Il Comune di Sommariva del Bosco
- l'A.S.HA.S.
Poi probabilmente arriveranno modifiche per l'imminente fiera di Sommariva del Bosco Amelamel (www.amelamel.it)
I 16.000 Italiani su E-Bay
Tratto dal Sole24Ore:
Forse è la concretizzazione dell'arte d'arrangiarsi tipica degli italiani, oppure è una forma di integrazione del reddito di tante famiglie, o, ancora, è semplicemente la realizzazione di quanto predetto da tanti guru sul fatto che internet diventa/diventerà una replica del mondo fisico, o forse tutte queste cose insieme. Sta di fatto che, in un'epoca in cui in Italia si fa fatica a trovare lavoro attraverso i canali tradizionali, c'è chi su internet lo crea non solo per sé, ma anche per gli altri.
Un dato che salta all'occhio scorrendo i risultati di un'indagine condotta da Research International per conto di eBay.it: più di 16 mila italiani hanno una fonte di reddito primaria o secondaria derivante dalla propria attività di vendita su eBay (oltre 14 mila) o dall'essere dipendenti di un'impresa che opera su eBay (più o meno 2000). Quel che risalta ancor di più è che questi numeri raddoppiano rispetto all'analoga ricerca del 2006.
Le sorprese non finiscono qui. All'interno della numerosa community eBay, la presenza delle piccole realtà italiane continua a crescere: circa 4.500 imprese individuali e ben 2.000 Pmi con dipendenti traggono dalle vendite su eBay la loro prima o seconda fonte di ricavi. Il 17% dei proprietari delle Pmi (circa mille persone) ha addirittura lasciato la propria occupazione per dedicarsi a tempo pieno alla nuova attività imprenditoriale su eBay.
Un buon segnale per chi ha sempre auspicato l'uso della rete da parte delle nostre Pmi, per raggiungere mercati e fasce di clienti altrimenti irraggiungibili. L'e-commerce ha anche un impatto positivo sull'andamento dell'occupazione nelle Pmi: oltre ai 2.000 collaboratori che vengono già impiegati dalle imprese con dipendenti per supportare l'attività di vendita su eBay, circa 1 su 3 delle 4.500 imprese individuali prevede di assumere personale nei prossimi due anni.
Se si chiede ai diretti interessati quali sono i vantaggi delle attività di vendita su eBay, le risposte vanno dall'aumento dei volumi di vendita, al raggiungimento di acquirenti internazionali, al miglioramento della redditività. Per quel che riguarda i privati, le vendite occasionali su eBay rappresentano nella maggioranza dei casi circa un quarto delle entrate, contribuendo a rafforzare significativamente le entrate familiari. Tra le categorie di vendita maggiormente rappresentate dagli imprenditori intervistati spiccano nell'ordine Audio/Tv/Elettronica, informatica e palmari, abbigliamento e accessori, Auto/moto/scooter.
Io personalmente non ho ancora sperimentato questo mercato. Quancuno di voi sì?
Forse è la concretizzazione dell'arte d'arrangiarsi tipica degli italiani, oppure è una forma di integrazione del reddito di tante famiglie, o, ancora, è semplicemente la realizzazione di quanto predetto da tanti guru sul fatto che internet diventa/diventerà una replica del mondo fisico, o forse tutte queste cose insieme. Sta di fatto che, in un'epoca in cui in Italia si fa fatica a trovare lavoro attraverso i canali tradizionali, c'è chi su internet lo crea non solo per sé, ma anche per gli altri.
Un dato che salta all'occhio scorrendo i risultati di un'indagine condotta da Research International per conto di eBay.it: più di 16 mila italiani hanno una fonte di reddito primaria o secondaria derivante dalla propria attività di vendita su eBay (oltre 14 mila) o dall'essere dipendenti di un'impresa che opera su eBay (più o meno 2000). Quel che risalta ancor di più è che questi numeri raddoppiano rispetto all'analoga ricerca del 2006.
Le sorprese non finiscono qui. All'interno della numerosa community eBay, la presenza delle piccole realtà italiane continua a crescere: circa 4.500 imprese individuali e ben 2.000 Pmi con dipendenti traggono dalle vendite su eBay la loro prima o seconda fonte di ricavi. Il 17% dei proprietari delle Pmi (circa mille persone) ha addirittura lasciato la propria occupazione per dedicarsi a tempo pieno alla nuova attività imprenditoriale su eBay.
Un buon segnale per chi ha sempre auspicato l'uso della rete da parte delle nostre Pmi, per raggiungere mercati e fasce di clienti altrimenti irraggiungibili. L'e-commerce ha anche un impatto positivo sull'andamento dell'occupazione nelle Pmi: oltre ai 2.000 collaboratori che vengono già impiegati dalle imprese con dipendenti per supportare l'attività di vendita su eBay, circa 1 su 3 delle 4.500 imprese individuali prevede di assumere personale nei prossimi due anni.
Se si chiede ai diretti interessati quali sono i vantaggi delle attività di vendita su eBay, le risposte vanno dall'aumento dei volumi di vendita, al raggiungimento di acquirenti internazionali, al miglioramento della redditività. Per quel che riguarda i privati, le vendite occasionali su eBay rappresentano nella maggioranza dei casi circa un quarto delle entrate, contribuendo a rafforzare significativamente le entrate familiari. Tra le categorie di vendita maggiormente rappresentate dagli imprenditori intervistati spiccano nell'ordine Audio/Tv/Elettronica, informatica e palmari, abbigliamento e accessori, Auto/moto/scooter.
Io personalmente non ho ancora sperimentato questo mercato. Quancuno di voi sì?
I leader del Web
Pubblico un articolo apparso su www.pmi.it
Browser, sistemi operativi e motori di ricerca: i dati NetApplications confermano l’ascesa di Mozilla Firefox, ma il nuovo Internet Explorer 8.0 promette battaglia
Con febbraio fanno quattro mesi. Tanto è il tempo trascorso da quando Mozilla Firefox ha teso l'assalto a Internet Explorer arrivando a conquistare il 17, 3 % del mercato.
Secondo le statistiche relative al mese di febbraio di NetApplications, una delle società di web analytics che da più tempo segue il trend sull'utilizzo dei vari sistemi operativi, browser web e motori di ricerca, è questa, infatti, la percentuale degli utenti che, con il broswer open source, si è collegata a quarantamila siti web monitorati.
In pratica, rispetto al mese di ottobre 2007, Firefox guadagna così altri 2,3 punti percentuali, mentre, al contrario, Safari, il browser targato Apple, dopo aver fatto registrare una buona penetrazione iniziale sembra avere subito, a febbraio, una battuta d'arresto passando dal 5,8% del mese di Gennaio ad un 5,7%.
Calano di cinque punti gli utenti di Internet Explorer, che restano il 74,9% del totale (un anno fa la fetta di mercato detenuta dal browser di Microsoft era pari al 79,4%), e sono ancora molti gli utenti che continuano ad impiegare la versione 6.0 del prodotto (il 30,6%). Un problema con cui Microsoft è stata costretta a fare i conti fino ad ora. Le cose potrebbero cambiare con il lancio definitivo di Internet Explorer 8.0, la cui versione beta (pronta per il dowload) per Windows Vista e Windows Server 2008 è stata svelata oggi in occasione del Mix 08 Las Vegas.
Per quanto concerne i sistemi operativi utilizzati dagli utenti, il 91,6% di essi utilizza Windows (il 74,5% impiega Windows XP, il 12,9% Windows Vista mentre il 2,5% Windows 2000). I sistemi Macintosh basati su piattaforma Intel sarebbero il 4,4% del totale mentre Mac OS si ferma al 3,1%. Gli utenti che si appoggiano a Linux per "navigare" sarebbero ancora pochi (la quota è inferiore all'1%).
Infine, sul versante motori di ricerca, il primato spetta all'incontrastato Google (77,3%). Seguono Yahoo e MSN, rispettivamente con il 12,2% ed il 3,5%.
Browser, sistemi operativi e motori di ricerca: i dati NetApplications confermano l’ascesa di Mozilla Firefox, ma il nuovo Internet Explorer 8.0 promette battaglia
Con febbraio fanno quattro mesi. Tanto è il tempo trascorso da quando Mozilla Firefox ha teso l'assalto a Internet Explorer arrivando a conquistare il 17, 3 % del mercato.
Secondo le statistiche relative al mese di febbraio di NetApplications, una delle società di web analytics che da più tempo segue il trend sull'utilizzo dei vari sistemi operativi, browser web e motori di ricerca, è questa, infatti, la percentuale degli utenti che, con il broswer open source, si è collegata a quarantamila siti web monitorati.
In pratica, rispetto al mese di ottobre 2007, Firefox guadagna così altri 2,3 punti percentuali, mentre, al contrario, Safari, il browser targato Apple, dopo aver fatto registrare una buona penetrazione iniziale sembra avere subito, a febbraio, una battuta d'arresto passando dal 5,8% del mese di Gennaio ad un 5,7%.
Calano di cinque punti gli utenti di Internet Explorer, che restano il 74,9% del totale (un anno fa la fetta di mercato detenuta dal browser di Microsoft era pari al 79,4%), e sono ancora molti gli utenti che continuano ad impiegare la versione 6.0 del prodotto (il 30,6%). Un problema con cui Microsoft è stata costretta a fare i conti fino ad ora. Le cose potrebbero cambiare con il lancio definitivo di Internet Explorer 8.0, la cui versione beta (pronta per il dowload) per Windows Vista e Windows Server 2008 è stata svelata oggi in occasione del Mix 08 Las Vegas.
Per quanto concerne i sistemi operativi utilizzati dagli utenti, il 91,6% di essi utilizza Windows (il 74,5% impiega Windows XP, il 12,9% Windows Vista mentre il 2,5% Windows 2000). I sistemi Macintosh basati su piattaforma Intel sarebbero il 4,4% del totale mentre Mac OS si ferma al 3,1%. Gli utenti che si appoggiano a Linux per "navigare" sarebbero ancora pochi (la quota è inferiore all'1%).
Infine, sul versante motori di ricerca, il primato spetta all'incontrastato Google (77,3%). Seguono Yahoo e MSN, rispettivamente con il 12,2% ed il 3,5%.
Mp3 liberi!
Pubblico un articolo di Gabriele Niola apparso oggi sul Blog di webnews.it
Parte domani l’interregno italiano del libero P2P
Entra in vigore da domani la nuova versione dell’art.70 per la quale è consentito lo scambio e la pubblicazione in rete di copie degradate di immagini e musiche coperte da diritto d’autore purchè a scopo scientifico e didattico.
Il punto che il web degrada è noto. Per essere messo in rete un contenuto deve essere compresso, ridotto e ridimensionato ai minimi termini, così da sveltirne il più possibile il trasferimento, tutto in rete è degradato, ma non per questo non fruibile, non accettabile e non accettato. Gli mp3 sono a tutti gli effetti una copia degradata di una musica, la compressione utilizzata maschera e cancella determinati suoni.
Dunque da domani con tutta probabilità sarà legale pubblicare e scambiare musica e immagini protetti da copyright purchè senza fini di lucro e per scopi scientifici. Le opinioni in materia sono tante e diverse ma il solo fatto che in molti sostengano la plausibilità del fatto lascia margine di lavoro per eventuali processi ed eventuali vittorie.
Certo una cosa sola è sicura al 100%: nel nostro futuro non c’è la liberalizzazione del materiale coperto da diritto d’autore in rete. Nonostante gli stretti margini di operatività che sono rimasti ai legislatori dopo l’infausta dicitura un rimedio si troverà sicuramente. Fanno bene le varie FIMI a non preoccuparsi, come fa notare con la consueta simpatia il suo presidente Enzo Mazza: «la legge non ci preoccupa perché sappiamo già come sarà il decreto che fisserà i paletti: per uso didattico si intenderanno solo i siti che si occupano ufficialmente di didattica, quindi istituzioni accademiche. Nemmeno i siti personali di professori». Troppo importanti sono le voci delle varie FIMI ed associazioni varie e troppo rivoluzionaria sarebbe la mossa. Il P2P come lo conosciamo sarà certamente illegale, ma in meglio o in peggio qualcosa tuttavia dovrà cambiare.
E perchè qualcosa cambi davvero spero che questo periodo di interregno che parte domani e si concluderà a breve, anche se non si sa quando, porti gravi danni, polemiche, strascichi, cause e fatti clamorosi da prima pagina del giornale. Spero che ci siano molti problemi e spero che parecchi furbi tentino di avvantaggiarsi dell’incertezza della norma. Lo spero perchè non è possibile legislare in materia con così poca cognizione di causa.
Questo art.70 è la prima norma italiana che regola la circolazione del materiale in rete limitandola in base alla qualità. Nata per siti come Wikipedia e a seguito di una diatriba sulla possibilità di riprodurre panorami o palazzi noti la legge mirava semplicemente a consentire un uso basilare e a titolo esemplificativo di determinate opere, come una piccola foto della Gioconda in un libro di testo scolastico.
Solo che non si è pensato che tecnologie diverse vogliono diciture diverse e si è agito con il medesimo metro di vent’anni fa. Senza consultare esperti del settore e senza avere la cura di lasciare margine di operatività.
La norma dunque è stata approvata in grande fretta e senza un buona conoscenza delle nuove tecnologie e di fatto ora vi rientrano anche gli mp3. Dico di fatto perchè giuristi come Andrea Monti ne hanno spiegato in parole semplici le ragioni e nonostante ve ne siano altri che affermano il contrario a mio parere le argomentazioni di Monti sono incontestabili.
Intervistato da Repubblica.it ha detto: «[Il nuovo comma permetterà, ndr.] di pubblicare mp3 coperti da copyright, senza autorizzazione dai detentori di diritto d’autore: su siti web o anche su server peer to peer, il mezzo non conta. Lì si parla infatti solo di “pubblicazione su internet”. L’importante - dice il comma - è che lo scopo sia didattico o scientifico, quindi per esempio posso immaginare un sito che pubblichi la discografia di un autore a scopo di commento e recensione. Oppure una rete peer to peer dei conservatori che mettono la musica a disposizione degli allievi, per studiarla. Tutti usi permessi, se si interpreta in modo letterale la legge»
Ancora più grave il commento del Presidente della Commissione Cultura della Camera, Pietro Folena, che volendo correre ai ripari ha fatto peggio nel voler chiarire come il termine indichi semplicemente: «Una qualità non paragonabile a quella di un cd, ma comunque ascoltabile. O un’immagine con dimensioni non utili alla riproduzione a stampa».
Adesso siamo sicuri che gli mp3 ci rientrano.
Parte domani l’interregno italiano del libero P2P
Entra in vigore da domani la nuova versione dell’art.70 per la quale è consentito lo scambio e la pubblicazione in rete di copie degradate di immagini e musiche coperte da diritto d’autore purchè a scopo scientifico e didattico.
Il punto che il web degrada è noto. Per essere messo in rete un contenuto deve essere compresso, ridotto e ridimensionato ai minimi termini, così da sveltirne il più possibile il trasferimento, tutto in rete è degradato, ma non per questo non fruibile, non accettabile e non accettato. Gli mp3 sono a tutti gli effetti una copia degradata di una musica, la compressione utilizzata maschera e cancella determinati suoni.
Dunque da domani con tutta probabilità sarà legale pubblicare e scambiare musica e immagini protetti da copyright purchè senza fini di lucro e per scopi scientifici. Le opinioni in materia sono tante e diverse ma il solo fatto che in molti sostengano la plausibilità del fatto lascia margine di lavoro per eventuali processi ed eventuali vittorie.
Certo una cosa sola è sicura al 100%: nel nostro futuro non c’è la liberalizzazione del materiale coperto da diritto d’autore in rete. Nonostante gli stretti margini di operatività che sono rimasti ai legislatori dopo l’infausta dicitura un rimedio si troverà sicuramente. Fanno bene le varie FIMI a non preoccuparsi, come fa notare con la consueta simpatia il suo presidente Enzo Mazza: «la legge non ci preoccupa perché sappiamo già come sarà il decreto che fisserà i paletti: per uso didattico si intenderanno solo i siti che si occupano ufficialmente di didattica, quindi istituzioni accademiche. Nemmeno i siti personali di professori». Troppo importanti sono le voci delle varie FIMI ed associazioni varie e troppo rivoluzionaria sarebbe la mossa. Il P2P come lo conosciamo sarà certamente illegale, ma in meglio o in peggio qualcosa tuttavia dovrà cambiare.
E perchè qualcosa cambi davvero spero che questo periodo di interregno che parte domani e si concluderà a breve, anche se non si sa quando, porti gravi danni, polemiche, strascichi, cause e fatti clamorosi da prima pagina del giornale. Spero che ci siano molti problemi e spero che parecchi furbi tentino di avvantaggiarsi dell’incertezza della norma. Lo spero perchè non è possibile legislare in materia con così poca cognizione di causa.
Questo art.70 è la prima norma italiana che regola la circolazione del materiale in rete limitandola in base alla qualità. Nata per siti come Wikipedia e a seguito di una diatriba sulla possibilità di riprodurre panorami o palazzi noti la legge mirava semplicemente a consentire un uso basilare e a titolo esemplificativo di determinate opere, come una piccola foto della Gioconda in un libro di testo scolastico.
Solo che non si è pensato che tecnologie diverse vogliono diciture diverse e si è agito con il medesimo metro di vent’anni fa. Senza consultare esperti del settore e senza avere la cura di lasciare margine di operatività.
La norma dunque è stata approvata in grande fretta e senza un buona conoscenza delle nuove tecnologie e di fatto ora vi rientrano anche gli mp3. Dico di fatto perchè giuristi come Andrea Monti ne hanno spiegato in parole semplici le ragioni e nonostante ve ne siano altri che affermano il contrario a mio parere le argomentazioni di Monti sono incontestabili.
Intervistato da Repubblica.it ha detto: «[Il nuovo comma permetterà, ndr.] di pubblicare mp3 coperti da copyright, senza autorizzazione dai detentori di diritto d’autore: su siti web o anche su server peer to peer, il mezzo non conta. Lì si parla infatti solo di “pubblicazione su internet”. L’importante - dice il comma - è che lo scopo sia didattico o scientifico, quindi per esempio posso immaginare un sito che pubblichi la discografia di un autore a scopo di commento e recensione. Oppure una rete peer to peer dei conservatori che mettono la musica a disposizione degli allievi, per studiarla. Tutti usi permessi, se si interpreta in modo letterale la legge»
Ancora più grave il commento del Presidente della Commissione Cultura della Camera, Pietro Folena, che volendo correre ai ripari ha fatto peggio nel voler chiarire come il termine indichi semplicemente: «Una qualità non paragonabile a quella di un cd, ma comunque ascoltabile. O un’immagine con dimensioni non utili alla riproduzione a stampa».
Adesso siamo sicuri che gli mp3 ci rientrano.
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