Nella vita ci sono momenti in cui ti fermi un attimo, ti guardi indietro e cerchi di capire dove sei arrivato. Io sono sempre stato così, inquieto, curioso, con quella voglia di migliorarmi, di guardarmi intorno, di trovare un modo per essere utile agli altri.
La mia storia lavorativa è iniziata nel 2001. Era un’estate strana, subito dopo la maturità, di quelle in cui hai tante domande e poche risposte. Avevo rifiutato un paio di lavoretti—agente immobiliare, assicuratore—perché non mi ci vedevo. Sentivo che c’era qualcos’altro per me, qualcosa che mi facesse alzare la mattina con il desiderio di scoprire cose nuove.
Avevo una conoscenza di base di informatica, niente di eccezionale, ma abbastanza per incuriosirmi. Così mi sono iscritto a un corso regionale per diventare quello che una volta era comunemente detto webmaster. L’ho superato senza troppi problemi e da lì è iniziata una passione: la programmazione. Negli anni seguenti approfondii la materia realizzando siti che adesso farebbero impallidire i migliori cms sul mercato.
Erano anni incredibili. Scovavi script in angoli sperduti del web, nei forum dove pochi osavano avventurarsi. Quando riuscivi a far funzionare qualcosa, ti sentivi un piccolo genio, come un hacker russo sotto copertura. Ti veniva quasi voglia di tatuarti il codice sulla pelle, come fosse un pezzo di te.
Poi, come spesso accade, la vita mi ha portato altrove. Ho iniziato a insegnare, a creare strategie digitali, a esplorare altre strade. La programmazione, pian piano, è finita in secondo piano. Eppure, anche quando sembrava lontana, sapevo che prima o poi sarebbe tornata a cercarmi.
Negli ultimi anni ho rallentato su questo fronte, ma ultimamente quella scintilla è tornata a brillare. Mi manca scrivere codice, capire le cose dall’interno. Forse perché credo che anche il mondo sia un po’ come un codice informatico, magari non lettere e numeri, ma con forme ed emozioni.
Insomma, sta riaffiorando il Fabio Mattis Nerd, nel senso buono del termine, perché ormai come definizione è stra-sdoganata, ma come quello che vuole capire le cose perché è appassionato.
Nel 2018 ho anche dedicato una puntata del mio podcast a questo. Se ti va di ascoltarla, la trovi qui sotto.