Come al solito il festival di Sanremo è un ottimo specchio di come butta la società italiana. Faccio questo post praticamente ogni anno. E come ogni anno mi ritrovo a parlare delle persone tossiche che sbraitano la qualunque sui social.
Non penso che siano una grande novità solo che una volta, molto semplicemente le evitavi al bar o in mezzo alla piazzetta.
Nel mio paesello ce n’erano di due tipi: normalmente gli uomini si ritrovavano in piazza e ti squadravano male se non rispettavi i loro canoni di purezza maschile, mentre le donne erano sulle panchine e ti squadravano male se non rispettavi i loro canoni di virtù maschile.
Ovviamente questo perché sono nato maschio, se fossi nata femmina i canoni sarebbero stati molti diversi e magari, soprattutto negli uomini, qualche sorrisetto malizioso sarebbe comparso sulle loro facce burbere, mentre le donne avrebbero sviluppato quell’espressione di disgusto che credo sia ormai patrimonio dell’Unesco per i paesini piemontesi.
Eh sì, perché noi piemontesi siamo come i negozi d’agosto: chiusi!
Ovviamente si scherza, non siamo mica tutti così. Qualche mosca bianca c’è e riceve ovviamente lo stesso servizio passando solo dal paesello ai social.
Quello che noto è un ritorno sempre più massiccio di questi “moralizzatori” che a ben vedere non sono neanche pochini. Difensori attenti e strenui di un’ortodossia globale che parte proprio dalle cose del paesello e arriva fino al mondo.
“Come nel piccolo, così nel grande” parafrasando Ermete Trismegisto.
Solo che qui si sta parlando di un’ortodossia pseudo-cattolica di ritorno dove tutto è tacciato di satanismo e woke.
Sicuramente il festival di Sanremo è l’apice di questa novella Santa Inquisizione: er circo mediatico, i costumi, le allusioni sessuali, ma è un maschio?, ma è una femmina?, e solo Ranieri è vestito bene.
Dimenticandosi che è uno show, cartina tornasole di cosa ci può proporre l’offerta musicale mainstrem.
E comunque se ne parli tanto è perché anche tu, mi* car* inquisi-tore/trice lo hai guardato per poterti lamentare il giorno dopo e avere un piccolo faro digitale puntato su di te il giorno dopo.
Le signore sulla panchina e gli uomini in piazza al paesello annuiranno dandoti virtuali pacche sulle spalle.
Comunque questo esercito è sempre più in aumento, sicuramente fomentato da personaggi balzati alle cronache soprattutto nel periodo pandemico.
Pure il presidente col pennacchio giallo se n’è accorto e ha deciso di instituire il “ministero della fede” nel suo periodo di insediamento.
Ok ok… non si chiama ministero della fede, ma “Ufficio” della fede, ma “ministero” mi ricordava tantissimo “Il ministero delle camminate strambe” dei Monty Pyton (ridacchio da solo…) e ne parlo proprio oggi sul podcast We are the Net.