La Fabbrica delle Idee 2014
Posted by staff Mattis | Cat: Eventi | TAG: progetto cantoregi, fabbrica delle idee, racconigi, festival, cantoregi, teatro, danza, comunicazione, marketing, locandine, cartoline,
Durante gli anni ho visto passare tante compagnie e attori che poi si sono fatti apprezzare anche dal grande pubblico.
Per la prima volta mi sto occupando anche della comunicazione, soprattutto social, ho realizzato sotto la guida del regista Koji Miyazaki le cartoline e le locandine, ho contribuito alla realizzazione della colonna sonora di alcuni spettacoli del Progetto Cantoregi e sto preparando il nuovo sito internet.
Per chi fosse interessato lascio qui tutte le coordinate per contattare lo staff
e-mail: info@progettocantoregi.it
tel: 335.84.82.321
Facebook: https://www.facebook.com/pages/Progetto-Cantoregi/147551731947645
Twitter: @cantoregi
Qui di seguito riporto il programma
LA FABBRICA DELLE IDEE 2014 – RACCONIGI FESTIVAL
14° edizione
INGRESSO GRATUITO per gli STUDENTI
La 14 edizione de LA FABBRICA DELLE IDEE – Racconigi Festival andrà in scena dal 14 al 30 giugno 2014 nell’area spettacoli del parco dell’ex ospedale psichiatrico di Racconigi.
Saranno 9 gli spettacoli ospiti per 10 repliche complessive.
Questo il programma della rassegna:
14 giugno – ore 21.45
PROGETTO CANTOREGI /OFFICINA KOINE’
A bitter story 吃苦 (Chīkǔ)
di Andrea Gregorio e Fabio Ferrero
regia di Koji Miyazaki
A Barge e Bagnolo Piemonte vive la seconda comunità cinese più numerosa in Europa in rapporto agli abitanti locali. Da secoli, l'attività principale della zona è l'estrazione della pietra di Luserna. Il 90% degli uomini cinesi lavora come scalpellino nelle cave, in condizioni di scarsa sicurezza e turni massacranti. Negli ultimi anni sono sempre più frequenti i congiungimenti famigliari di ragazzi adolescenti che faticano a seguire i percorsi scolastici e spesso finiscono per abbandonare. Esiste una molteplicità di storie che hanno come comune denominatore lo spaesamento dovuto alla complessità culturale e al conflitto generazionale. Storie di cui i protagonisti sono eroi tragici, qui raccontati in un processo interiore che non ha parole perché non ha né una lingua né una cultura di riferimento.
16 giugno – ore 21.45
PICCOLA COMPAGNIA DELLA MAGNOLIA
Zelda. Vita e morte di Zelda Fitzgerald
di Giorgia Cerruti e Davide Giglio
regia di Davide Giglio
Zelda Sayre Fitzgerald fu moglie dello scrittore Francis Scott Fitzgerald. Autrice nel 1932 del meraviglioso romanzo autobiografico “Save me the waltz” morì all’età di quarantasette anni in circostanze oscure nell’incendio dell’ospedale psichiatrico sull’altopiano di Asheville, in cui era ricoverata a causa della sua instabilità mentale dovuta ad una grave forma di schizofrenia e a frequenti problemi con alcol e droghe. Per i suoi atteggiamenti anticonvenzionali e spregiudicati è stata spesso considerata una sorta di proto-femminista. Zelda e Fitzgerald, uniti da una tormentosa e struggente storia d’amore, sono stati un’icona della nuova “età del jazz” in America e successivamente sono diventati negli anni ’20 un modello per l’Europa, attraversata dalla coppia durante i lunghi ed estenuanti ricoveri di Zelda.
Con questo lavoro Piccola Compagnia della Magnolia approfondisce ulteriormente la propria ricerca teatrale nella sintesi tra ricerca formale e densità emotiva, affidando alla figura irriducibile di Zelda la metafora di un’inesausta +ricerca del sublime. Uno spettacolo delicato e struggente, che alterna momenti poetici e tratti grotteschi, avvolgendoli in un nauseabondo odore di rose rosa.
18 giugno – ore 21.45
COMPAGNIA ZAPPALA’ DANZA
Progetto transiti humanitas
INVENZIONI A TRE VOCI
Transiti humanitatis, il nuovo progetto della Compagnia Zappalà Danza, che avrà il suo esito finale nell’autunno 2015 con la produzione “I am beautiful”, giunge al suo primo approdo con “Invenzioni a tre voci”, in prima assoluta a Palermo al Teatro Garibaldi/Unione dei Teatri d'Europa il 15 giugno 2014. Le “invenzioni” e le “voci” sono rispettivamente quelle di J.S.Bach eseguite dal vivo dal pianoforte, dal violino e dalle tre danzatrici protagoniste della creazione. L’immobilità del corpo femminile, il suo essere punto di riferimento di buona parte dell’arte pittorica occidentale, si trasforma e trasfigura nel corpo, (nei corpi), in movimento plasmati dal coreografo. Per Zappalà mettere a nudo il corpo della donna, ovviamente non solo nel senso letterale, equivale a mettere a nudo il cuore umano; vuol dire rivelare le illusioni e gli inganni che, quasi sempre, lo sguardo maschile ha messo in campo quando l’oggetto della visione è stato la donna e il corpo femminile. È a partire dal corpo, in questo caso della donna/danzatrice che tutto incomincia e nel quale tutto si consuma ed esaurisce. Appropriandosi delle riflessioni di John Berger e dei versi di Wislawa Szymborska, Zappalà propone una riflessione non sulla condizione femminile ma sull’immaginario. Immaginario prodotto dalla bellezza femminile e dal suo corpo, al contempo protagonista e vittima. Ovviamente lo fa attraverso la danza; una danza che ha la sua grammatica e la sua sintassi nei nervi e nelle giunture, nei fremiti e nei sussulti del corpo delle tre danzatrici/invenzioni. Una danza che si appropria concettualmente del verso del poeta polacco Jan Twardowski quando dice che “occorre avere un corpo per trovare un’anima”
19 giugno – ore 21.45
KRONOTEATRO
Pater Familias
di Fiammetta Carena
regia di Maurizio Sguotti
Il progetto FAMILIA di Kronoteatro inaugurato con “Orfani_la nostra casa” prosegue con un secondo spettacolo scritto dalla drammaturga Fiammetta Carena. Come con Orfani, anche in questo spettacolo viene indagato il rapporto tra generazioni, il tragico vuoto dove non vi è coscienza di sé e il richiamo all’omologazione esercitato dal gruppo. “Il male” e la crudeltà sono allora illusoria soluzione, estrema forma di contenimento, di semplificazione.
Sulla scena si muovono tre entità: un padre, un figlio e il branco degli amici del figlio. Il registro narrativo è duplice. Da una parte una realtà contemporanea scarna e afasica: un padre vedovo e di estrazione sociale modesta, un figlio rabbioso e dall’identità incerta e un gruppo di giovani ferocemente uniformati ai riti imperanti. Dall’altra parte il suo riflesso: uno spazio onirico e astratto che trova rappresentazione in un labirinto. Quel un labirinto che il padre ossessionato dalla manualità ha costruito come modellino e che prende forma diventando un luogo fantastico, un paesaggio della mente in cui prendono vita impulsi, paure e desideri dei personaggi. Quello di Pater Familias, spettacolo dall’andatura incalzante e vorticosa scandita dai battiti violenti di una cupa musica elettronica, è un mondo in cui il gruppo di giovani esprime il proprio vuoto solo con un crescendo di ferocia e ciò che anima i corpi è proprio quel palpito brutale ed ossessivo. È la fisicità dei protagonisti il principale strumento di comunicazione e soltanto il ritmo febbrile che scorre nelle loro vene è la linfa vitale capace di soddisfare il loro represso istinto di autoaffermazione. Padre e figlio, nell’assenza di una figura femminile compensatrice, consumano scontri sempre più violenti. Il branco, cui il figlio anela invano ad appartenere totalmente, consuma gesti e parole via via più distruttive. Nel non luogo e nel non tempo del labirinto si esercitano magicamente pulsioni e fantasie sospese non esprimibili altrove. Tra frequenti riferimenti al mito, un crescendo di impotenza e delirio, di scontro e smania di appartenenza, irrompe l’atto conclusivo.
20 giugno – ore 20
FABER TEATER
Il purgatorio
di Aldo Pasquero e Giuseppe Morrone
regia di Aldo Pasquero
Il progetto di spettacolo Purgatorio trova la propria motivazione, nel percorso artistico del Faber Teater, nella ricerca sull’attore musicale. Affrontando Dante, il più impegnativo e straordinario degli autori della letteratura italiana, si desidera costruire uno spettacolo in cui le sonorità racchiuse nelle pagine della Cantica seconda del poema dantesco vengano alla luce e all’orecchio dell’ascoltatore. Il Purgatorio verrà affrontato per la sua ricchezza di suono legata alla parola poetica e altresì per ciò che concerne le sonorità evocate nella “trama” del racconto di Dante: suoni della natura, rumori umani, canti dei purganti. Le tecniche teatrali che verranno utilizzate per la messa in scena del testo spaziano dal lavoro sul canto alla ricerca sul parlato intonato, dalle tecniche del teatro d’attore al teatro di gruppo.
Lo spettacolo cercherà di ricostruire il viaggio di Dante all’interno del Purgatorio, mettendo in scena le parole di alcuni dei personaggi principali incontrati lungo il percorso: l’amico Casella, il guardiano Catone, l’artista Oderisi da Gubbio, le misteriose figure femminili di Sapia, Lia e Matelda, gli amici e poeti Guido Guinizzelli, Arnaut Daniel e Bonagiunta Orbicciani. E naturalmente Virgilio, guida fedele che lascerà ad un certo punto il posto all’amata Beatrice.
La scelta della Cantica seconda è stata dettata da due motivazioni: la prima è la particolare spiritualità espressa nel Purgatorio, la Cantica più umana di tutte, in cui le gioie e le sofferenze, le speranze e le attese e lo spirito dell’Uomo vengono presentati nella loro umanità più concreta. Nel Purgatorio l’uomo è nudo, nei suoi difetti (la colpa), ma altresì nei suoi pregi (la possibilità di salvezza). In secondo luogo, abbiamo scelto il Purgatorio perché il Purgatorio è la Cantica della nostalgia, in cui Dante incontra di nuovo i suoi amori (femminili e poetici) ed i suoi amici, per salutarli un’ultima volta, prima della vita nuova che lo attende in Paradiso. Piccoli omaggi a voci ascoltate ed amate. Nel Purgatorio, tutti coloro che si avvicinano a Dante gli chiedono, supplicanti, di ascoltare la loro storia e di raccontarla ai vivi, al suo ritorno nel mondo umano. Così Dante ha fatto e così abbiamo deciso di fare anche noi.
21 giugno – ore 21.45
MUTAMENTO ZONA CASTALIA
Marta e Olmo
di Giordano V. Amato e Eliana Cantone
regia di Giordano V. Amato
Nel 1914, nel corso della Grande Guerra, Marta, adolescente disabile, recluta un gruppo di disabili per insegnare loro come rendersi utili, anche approfittando elle proprie diversità. Olmo è il migliore dei suoi allievi, anche perché la sua disabilità è falsa, recitata per evitare l’approssimarsi della chiamata alle armi. MA nel paese arriva la guerra trasformando la finzione in realtà e costringendo Olmo a rivelarsi per ciò che è, anche a costo della propria vita. Testimonianze vere s’inseriscono su una storia fantastica che ha per centro l’eroismo al femminile nel corso della prima guerra mondiale, ignoto ai più.
24 giugno – ore 21.45
FATTORIA VITTADINI
To this purpose only
ideazione e regia di Nicola Mascia e Matar Zamir
“To this purpose only” e’ una riflessione in tre quadri, affresco di un'Italia odierna, scossa e traballante in cui il fantasma muto del glorioso passato, i clichés, i riti e le tradizioni millenarie si sovrappongono, fondono e confondono in una contemporaneità straniante.
Tra suggestioni iconografiche dissacranti e personaggi tipici e tipicizzati, la piece si interroga, denuncia e sovverte la percezione stereotipata dell'immaginario e dell’estetica nazional-popolare sud europea. Una visione "ad hoc" non convenzionale. Fattoria Vittadini nasce a Milano nel luglio 2009. Ricercare, sperimentare , mettersi in gioco e crescere come interpreti ed autori è ciò che ha spinto 11 danzatori a formare la Compagnia.Fattoria Vittadini è il risultato di un percorso iniziato nel 2006 e che è andato concertizzandosi giornalmente nell'arco dei tre anni passati studiando insieme nell'Atelier di Teatro-Danza della Scuola D'Arte Drammatica Paolo Grassi, sotto la direzione di Marinella Guatterini e sostenuti dall'allora direttore Maurizio Schmidt. Un gruppo estremamente eterogeneo che mette a disposizione di coreografi e collaboratori esterni le proprie capacità performative, adattandosi alle pluralità dei linguaggi e affinando la propria versatilità e professionalità attraverso lo scambio. Da qui la collaborazione con grandi nomi della danza italiana ed internazionale: M° Lucinda Childs, Yasmeen Godder, Ariella Vidach e Virgilio Sieni; e del teatro: Jean Claude Penchenat dal Théatre du Soleil di Parigi e Maria Consagra (Piccolo Teatro), e partecipazioni ad importanti manifestazioni italiane tra cui : la Biennale Danza di Venezia, Festival TorinoDanza, Festival MilanOltre, Giornata Internazionale della Danza al Teatro Arcimboldi di Milano, Festival "Visioni di futuro, Visioni di teatro.."Teatro La Baracca - Testoni Ragazzi; ed estere come A-Genre Festival - Tmu-Na Theatre - Tel Aviv e Un Automne a Tisser, Théâtre de l'Epée de Bois Cartoucherie a Parigi. Diversia Festival a Kostroma (Federazione Russa).
Dal 2011 entra come partner attiva nel progetto RIC.CI Mettiamo in Moto la Memoria, progetto di recupera della coreografia contemporanea italiana degli anni '80-'90. Dal Febbraio 2012 hai iniziato una stretta collaborazione con la compagnia berlinese Matanicola. Fattoria Vittadini vuole essere una nuova forma di compagnia stabile all'interno del panorama della danza italiana: 11 danzatori, tra i 22 e i 28 anni, che alla base della loro ricerca mettono la flessibilità e la capacità di accogliere nuove sperimentazioni creando e mantenendo un "repertorio contemporaneo" fresco e innovativo e cercando di portare avanti una visione artistica personale ed autoriale che rifletta sul mondo contemporaneo. Fattoria Vittadini è: Mattia Agatiello, Chiara Ameglio, Cesare Benedetti, Noemi Bresciani, Pieradolfo Ciulli, Maura Di Vietri, Gabriele Marra, Riccardo Olivier, Francesca Penzo, Maria Giulia Serantoni, Vilma Trevisan.
26 giugno – ore 21.45
MARIO PERROTTA – TEATRO DELL’ARGINE
Un bès – Antonio Ligabue
di Mario Perrotta
regia di Mario Perrotta
Mario Perrotta ha vinto il Premio Ubu 2013, il più ambito riconoscimento del teatro italiano, come Migliore Attore Protagonista per il suo spettacolo "Un bès - Antonio Ligabue". Il premio, ricevuto nella serata celebrativa svolta al Piccolo Teatro Grassi di Milano il 9 dicembre 2013, gli è stato consegnato da Giuseppe Battiston presentatore d'eccezione della serata.
"Un bès... Dam un bès, uno solo! Che un giorno diventerà tutto splendido. Per me e per voi"
Provo a chiudere gli occhi e immagino: io, così come sono, con i miei 40 passati, con la mia vita - quella che so di avere vissuto - ma senza un bacio, Neanche uno. Mai. Senza che le mie labbra ne abbiano incontrate altre, anche solo sfiorate. Senza tutto il resto che è comunione di carne e di spirito, senza neanche una carezza. Mai. E allora mi vedo - io, così come sono - scendere per strada a elemosinarlo quel bacio, da chiunque, purché accada. Ecco, questo m'interessa oggi di Antonio Ligabue: la sua solitudine, il suo stare al margine, anzi, oltre il margine - oltre il confine - là dove un bacio è un sogno, un'implorare senza risposte che dura da tutta una vita. Voglio avere a che fare con l'uomo Antonio Ligabue, con il Toni, lo scemo del paese. Mi attrae e mi spiazza la coscienza che aveva di essere un rifiuto dell'umanità e, al contempo, un artista, perché questo doppio sentire gli lacerava l'anima: l'artista sapeva di meritarlo un bacio, ma il pazzo, intanto, lo elemosinava. Voglio stare anch'io sul confine e guardare gli altri. E, sempre sul confine, chiedermi qual è dentro e qual è fuori.
29 e 30 giugno – ore 21.45
PROGETTO CANTOREGI
Cara moglie che tu non mi senti
di Vincenzo Gamna, Marco Pautasso e Eugenio Vattaneo
regia di Koji Miyazaki
Una proposta scenica che è uno sguardo al femminile sulle “ore lunghe” della Grande Guerra.
Il trauma bellico, nell’Italia di quegli anni, provocò non solo lutto, sofferenza, fame e carestia, ma fu il detonatore di una frattura sociale e familiare, con conseguente sovvertimento dei ruoli di genere, anticipando i successivi processi di consapevolezza e emancipazione femminile. Un inatteso anelito di libertà. Le donne, madri e spose, divennero improvvisamente protagoniste nella sfera pubblica, non solo al fronte, come infermiere volontarie, ma nel duro lavoro dei campi, nelle fabbriche, negli uffici, persino nei trasporti pubblici, assumendo un ruolo di inedita centralità nella vita del Paese.
CARA MOGLIE CHE TU NON MI SENTI, che titola come un frammento del celebre canto antimilitarista O Gorizia, proverà a raccontare quelle donne, le loro storie, le loro speranze, le loro attese.
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CARA MOGLIE CHE TU NON MI SENTI è uno degli appuntamenti di ROSA GUERRA, progetto triennale che ha per centro il ruolo della donna nella prima guerra mondiale, realizzato da “A PELLE”, coordinamento dei Festival ISAO, La fabbrica delle idee e Teatri di confine
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